Carnevale
Nell’archivio è particolarmente documentato, con riprese effettuate da parte di diversi fotografi, il periodo carnevalesco così come si manifesta e si svolge in Sardegna, nelle sfaccettature e varianti tradizionali e allegoriche.
Nell’archivio è particolarmente documentato, con riprese effettuate da parte di diversi fotografi, il periodo carnevalesco così come si manifesta e si svolge in Sardegna, nelle sfaccettature e varianti tradizionali e allegoriche. Sono inoltre presenti gli aspetti della tradizione con le sue trasformazioni, nonché le operazioni di recupero, che in questi ultimi anni vengono portate avanti dalle varie pro-loco delle comunità dell’interno, sulle maschere tradizionali. Anche per questa specifica tematica viene proposta, nella galleria di immagini, una sintesi certo non esaustiva di quanto raccolto e conservato nell’archivio.
Carnevale di Aidomaggiore
Le immagini si riferiscono alla danza tradizionale di carnevale detta “cointrozza” e alla questua alimentare effettuata da un gruppo di giovani per le case del piccolo paese di Aidomaggiore, nella Sardegna centrale.
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Carnevale di Bosa
Le immagini, realizzate durante la mattina del martedì grasso a Bosa, città della Sardegna centro-occidentale attraversata dal fiume Temo, descrivono i numerosi gruppi di maschere vestite a lutto per la morte di Giolzi, simbolo del carnevale, che inscenano un grottesco lamento funebre (attìttidu) con marcati richiami di simbologia sessuale.
Viene anche documentata la serata del martedì grasso, quando centinaia di maschere vestite di bianco vagano per le vie del centro, munite di una lanterna o di una candela, alla ricerca di “Giolzi”, che a notte fonda viene bruciato tra girotondi e canti dal contenuto osceno.
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Carnevale di Mamoiada
La sfilata dei “mamuthones”, i balli in piazza a Mamoiada (Barbagia di Ollolai), nella giornata del martedì grasso.
Carnevale di Ovodda
A Ovodda, il mercoledì delle ceneri, ha luogo un singolare happening all’insegna di un’allegra anarchia, attorno ad un fantoccio denominato don Conte. A chiunque si presenti nella piazza principale del paese, viene immediatamente imbrattato il viso con del sughero bruciato, in una sorta di “memento mori” che precede l’immersione in un piccolo quanto coinvolgente “mondo alla rovescia”. La festa giunge al culmine quando, al calar della notte, viene dato fuoco al pupazzo; talvolta l’accensione fa seguito ad un processo e condanna, talvolta si procede senza, essendo comunque inevitabile che don Conte, responsabile dei mali della comunità, subisca la giusta punizione.
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Sedilo: sa cursa ‘e su puddu
Prove e gare di abilità equestri che si svolgono lungo le vie del paese. I cavalieri, al galoppo, tentano di prendere il maggior numero di galline, appese a una fune posta a metà percorso.
Ultimo aggiornamento
12 Novembre 2024, 10:11